Con la legge 208 del 28 dicembre 2015 (di Stabilità per il 2016) e poi la 232 dell’11 dicembre 2016 (di Bilancio per il 2017), il legislatore ha apportato una serie di importanti novità sul tema dei welfare favorendone l’utilizzo e consentendo la sostituzione dei premi monetari in servizi di welfare aziendale (il cosiddetto premio sociale).
Il welfare aziendale consiste in una serie di benefit e prestazioni in servizi che le aziende mettono a disposizione dei propri dipendenti e dei loro famigliari per migliorarne la qualità della vita.
I vantaggi, come vedremo, sono bilaterali, in quanto non è il solo lavoratore a beneficiarne, ma anche l’impresa.
Innanzitutto vediamo quali sono i crediti messi a disposizione per il lavoratore:
• previdenza integrativa
• salute
• assicurazioni per dipendenti e famiglie
• pari opportunità e sostegno genitori (telelavoro, orari flessibili, asilo, …)
• conciliazione vita/lavoro (disbrigo pratiche burocratiche, convenzioni con centri sportivi…)
• sostegno economico ai dipendenti (contributi per alloggi e abbonamenti a mezzi pubblici, soggiorni estivi per i figli, mensa…),
• formazione (corsi d’aggiornamento, orientamento per i figli…)
• sicurezza e prevenzione incidenti
• integrazione sociale e soggetti deboli (inserimento di disabili, mediazione culturale…)
• welfare allargato al territorio (case, trasporti, scuole…)
I vantaggi per l’impresa viaggiano su due binari: contenimento costi e strategico; i primi sono più facilmente misurabili nell’immediato, gli altri invece sono più difficili da misurare, ma la loro utilità perdurerà nel tempo.
RIDUZIONE COSTI DEL PERSONALE
Grazie ai diversi vantaggi fiscali di cui gode il lavoratore con il Welfare Aziendale, il risparmio sul costo del personale è rimarchevole, perché va da sé che siccome è l’impresa che ci mette i soldi, se il lavoratore paga meno tasse, anche l’impresa vedrà ridurre il suo costo del personale. Di cosa parliamo?
1) Riduzione al 10% forfettario della tassazione sui premi di produzione fino a 2.000 euro per i lavoratori con reddito sotto i 50mila euro.
2) Tassazione pari è zero, se il lavoratore sceglie di convertire il premio in benefit, cioè in elementi di retribuzione non monetari.
3) Totale esenzione fiscale per i contributi/premi versati dal datore di lavoro per terapie di lungo corso e malattie gravi
5) Non concorrenza ai limiti di deducibilità di spese sanitarie e versamenti alla pensione integrativa per i servizi che l’azienda eroga in ambito sanitario e previdenziale al posto del premio di produttività.
VANTAGGI STRATEGICI
Gli altri vantaggi che si rilevano grazie all’introduzione del welfare in azienda, contribuiscono ad accrescere la competitività dell’impresa, attraendo nuovi talenti e secondo una indagine di un équipe di ricercatori universitari sono stati misurati in:
Vuoi saperne di più? Qui ti spieghiamo come Gestione delle pratiche di Welfare Aziendale
Di seguito un interessante approfondimento del TG2000 su un servizio apparso sul Corriere della Sera in materia di Welfare Aziendale.